Autunno di raccolta, con lo sguardo rivolto al futuro e la biodiversità delle colture
Quest’anno a vendemmiare a La Serena son proprio tutti, tre generazioni a confronto. A tirare le fila, tra i filari appunto, è Andrea. Un anno complicato, bisesto e funesto, che però non ha in alcun modo intaccato la qualità delle uve.
Il grande caldo che ha caratterizzato tutto il mese di agosto e l’avvio di settembre non sembrava dare tregua, neppure di notte. Con il sangiovese bisogna avere pazienza, saper aspettare senza fretta. Le piogge settembrine, hanno dato l’avvio all’autunno: le notti fresche e la pioggerellina hanno intervallato le belle giornate di sole in cui si è dato l’avvio alla festa della raccolta. Possiamo già fare un primo bilancio positivo, belle uve, buona qualità e punte di eccellenza per le uve raccolte come da tradizione ad ottobre. Le gradazioni sono alte ma non eccessive e sempre accompagnate da un buon livello di acidità e da un profilo fenolico interessante.
Adesso che tutta l’uva si trova in cantina comincia un nuovo cammino, lungo 5 anni.
Si sono riaperte le degustazioni e le visite in cantina, si accolgono i clienti in tutta sicurezza guidandoli alla scoperta dei prodotti in quella che a prima vista potrebbe sembrare la classica cantina toscana, ma che in realtà nasconde un progetto diverso e ambizioso, sin dalle fondamenta.
Sì, perché a La Serena ogni cosa ha una sua particolare unicità, come la struttura stessa della cantina appunto, costruita 17 anni fa seguendo i principi della bioarchitettura su progetto dell’Arch. Marcello Mantengoli, fratello di Andrea.
I vini, vecchi e nuovi, appunto, riposano in una struttura in armonia con il paesaggio, costruita rispettando l’ambiente circostante, tra mattoni, travertino ed un sistema geotermico che permette il mantenimento costante della temperatura in tutte le stagioni.
E mentre in cantina Andrea ed Elisabetta vi aspettano per un viaggio alla scoperta della loro storia, finalmente si pensa anche alla partecipazione a qualche evento, se compatibile con questa nuova realtà. Prossima tappa la 29esima edizione del Merano Wine Festival “back to the roots”, sessione Bio&Dyamica.
Il rispetto per la terra e la natura è sempre stata una delle linee guida della cantina, concretizzato nel 2010 con la certificazione biologica, che ha suggellato pratiche sostenute e tramandate da generazioni. Perché fare agricoltura biologica oggi significa mixare ricerca, conoscenza e pratica. Ricerca continua delle pratiche agronomiche ed enologiche, finalizzata alla conoscenza e consapevolezza delle potenzialità della terra dalla quale con le attività constanti e quotidiane lavoriamo per ottenere un prodotto unico.